• No notifications yet.
  • Sign Out
Registered User? Login
Forgot Password?
Sign Up
loader image
New User? Sign Up
Forgot Password?
Login
loader image

    INVECCHIAMENTO E FRAGILITà


    LE PIÙ DIFFUSE

    Non è possibile prevenire la malattia di Alzheimer e le demenze correlate

    LA VERITA': Da più di 20 anni, sappiamo che è possibile attuare delle strategie di prevenzione primaria e secondaria del deficit cognitivo. Questa è basata su un approccio multidimensionale alle demenze che prevede il controllo dei fattori di rischio vascolare, l’attività fisica, la stimolazione cognitiva e l’attività sociale. Tre anni fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un booklet che indica 12 possibili strategie di prevenzione delle demenze e, per numerose di queste, vi sono diverse evidenze sperimentali di efficacia.

    Credit: Prof. Innocenzo Rainero, Professore di Neurologia, Università degli Studi di Torino


    Invecchiamento e qualità della vita dipendono esclusivamente dall’ereditarietà e dal patrimonio genico.

    LA VERITA: Gli aspetti genetici sono sicuramente importanti, ma ogni percorso individuale si modifica in base a stile di vita, abitudini, fattori di rischio, alimentazione, attività fisica e intellettuale. Anche i fattori ambientali quali solitudine, povertà e disagio economico, come è stato dimostrato, impattano in modo pesante sulla qualità e quantità della vita di ognuno. 

    Non possiamo quindi trascurare gli aspetti genetici, ma fortunatamente – e questa è una notizia positiva – ogni uomo è, in parte, artefice del proprio percorso di vita attraverso l’attivazione di stili e attività.

    Credit: Mario Bo, Professore di Geriatria, Università degli Studi di Torino


    LE PIÙ INVEROSIMILI

    Le vaccinazioni, come quella anti-influenzale, possono causare demenza tramite un meccanismo di neuro-infiammazione.

    LA VERITA': Questa è un’affermazione del tutto inverosimile. Una recente meta-analisi degli studi di letteratura ha dimostrato, invece, l’esatto contrario: la vaccinazione anti-influenzale ha un effetto protettivo nei confronti del rischio di demenza. 

    Credit: Prof. Innocenzo Rainero, Professore di Neurologia, Università degli Studi di Torino

    Il digiuno allunga la vita

    LA VERITA': Ci sono varie miscredenze sull’impatto di alcuni modelli di alimentazione. In particolare, è creduto da molti che pratiche come il digiuno, il digiuno intermittente, o la programmata astensione dal cibo possano influenzare significativamente l’aspettativa di vita. 

    Indubbiamente, certi tipi di diete hanno un impatto favorevole sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita, come ad esempio la dieta mediterranea, e certamente ci sono situazioni cliniche per le quali una dieta non ricca di grassi o che preveda un parco apporto calorico può generare un beneficio. In ogni caso, però, è bene diffidare dai massimalismi, perché di solito non trovano un corrispettivo nell’evidenza scientifica. 

    In tema di alimentazione una raccomandazione, infine, va fatta: nel mondo occidentale, in questa epoca in particolare, si mangia molto più del necessario e ci si muove molto meno di quello che si dovrebbe fare. Tutti aspetti che sarebbe bene bilanciare.

    Credit: Mario Bo, Professore di Geriatria, Università degli Studi di Torino


    LA PIÙ DI NICCHIA 

    Anche la malattia di Alzheimer può essere contagiosa, sul modello della cosiddetta “mucca pazza”.

    LA VERITA': Questa fake news nasce da una serie di studi scientifici sulle cosiddette malattie da prioni. Come tutti sappiamo, l’esplosione della malattia da mucca pazza ha ipotizzato e poi anche dimostrato che possano esserci malattie neurodegenerative “trasmissibili”. Ma nel caso delle demenze e dell’Alzheimer in particolare, ci sono stati numerosissimi studi ed esperimenti che dimostrano che non è assolutamente possibile la trasmissibilità per contatto di questo tipo di malattie. Questa fake news è ridicola e deve essere assolutamente smentita.


    Credit: Prof. Innocenzo Rainero, Professore di Neurologia, Università degli Studi di Torino

    Con un’adeguata esposizione solare, posso evitare di assumere Vitamina D

    LA VERITA': Ci sono molte fake news che circolano sul tema dell’osteoporosi: che con l’avanzare dell’età sia inevitabile, che sia una malattia solo delle donne e che l’assunzione di Vitamina D può essere evitata grazie a un’adeguata esposizione solare. 

    A questo proposito, un dato curioso è quello che rivela che i livelli più bassi di Vitamina D in Europa si osservano in Paesi come Spagna, Grecia e Italia, ovvero i Paesi del Sud Mediterraneo con la maggiore esposizione solare. Questo dipende dal fatto che i Paesi del Nord Europa che integrano a livello alimentare la Vitamina D hanno situazioni carenziali minori delle nostre. 

    È evidente che la Vitamina D a una certa età e in certi contesti clinici e sociali va misurata. Se è carente, va corretta in via preventiva, anche se si vive nel paese più assolato del mondo. Ed è altresì vero che l’osteoporosi è una malattia che non va trascurata perché è in grado di peggiorare enormemente la qualità della vita: le fratture o anche i banali cedimenti vertebrali peggiorano l’autonomia delle persone, in particolar modo degli anziani.


    Credit: Mario Bo, Professore di Geriatria, Università degli Studi di Torino


Looking for your ticket?
Looking for your ticket?