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    infanzia E SVILUPPO


    LE PIU' DIFFUSE
    L’obesità nel bambino è legata ad alterazioni endocrine e passa con lo sviluppo


    LA VERITA': Per quanto l’obesità in età pediatrica possa riconoscere diverse cause, nella stragrande maggioranza dei casi, fino al 90-95%, essa è legata ad un’alterazione nell’apporto nutrizionale e nello stile di vita (definita “primitiva” o “essenziale”). 

    Le altre cause, molto più rare, secondarie a condizioni genetiche, ormonali o neuropsichiatriche, possono essere sospettate già ad una prima visita, valutando l’età di insorgenza, i segni clinici associati e l’evoluzione nel tempo.

    Il bambino con obesità deve essere preso in carico prontamente e monitorato nel tempo, in quanto il perdurare dell’obesità in età pediatrica aumenta il rischio di diventare un adulto obeso, soprattutto quando tale condizione persiste durante la fase puberale. In particolare, se il 26-41% dei bambini obesi in età prescolare diventa obeso da adulto, fra i bambini in età scolare questa percentuale sale al 69% e all’80% per un adolescente. Complessivamente, il rischio per i bambini obesi di divenire adulti obesi varia tra 2 - 6,5 volte rispetto ai bambini non obesi.

    Credit: Luisa De Sanctis, Professoressa di Pediatria, Università degli Studi di Torino

    Mio figlio ha la febbre, devo assolutamente abbassarla


    LA VERITA': La febbre viene definita come temperatura corporea superiore a 37,4°, misurata in sede ascellare con termometro elettronico. Tuttavia, dobbiamo ricordare che la febbre è una utile reazione di difesa fisiologica dell’organismo, che, in età pediatrica, solitamente si sviluppa in risposta a un’infezione virale o batterica. È necessario ricordare anche che il nemico non è tanto la febbre, quanto le condizioni che l’hanno determinata. Ricordiamo anche che il fine ultimo dell’impiego dei farmaci antipiretici è unicamente quello di ridurre il senso di malessere del bambino e non quello di trattare la febbre in quanto tale, dal momento che il trattamento antipiretico non aiuta la risoluzione della malattia. La scelta di abbassare la febbre deve essere presa in base a una valutazione globale del bambino e non in base al valore assoluto di temperatura, ricordando che qualsiasi farmaco somministrato può non fare tornare la temperatura nella norma, bensì solo abbassare la temperatura di 1 o 2 gradi. Gli unici farmaci attualmente consigliabili per il trattamento della febbre sono il paracetamolo o l’ibuprofene, che, comunque, è meglio non somministrare in combinazione e/o in modo alternato. Ricordiamo, invece, i consigli generali in caso di febbre, ovvero non forzare il bambino a mangiare, offrire da bere più frequentemente del solito, non obbligare il bambino a letto e non coprirlo troppo. Non sono, invece, consigliabili, se non in pochi casi, spugnature con panni tiepidi, mentre sono sconsigliati impacchi freddi.

    Credit: Enrico Bertino, Professore di Pediatria e Direttore di Neonatologia, Università degli Studi di Torino




    LA PIU' INVEROSIMILI
    La febbre fa crescere

    LA VERITA': Si tratta di uno dei tanti falsi miti in circolazione legati alla crescita dei bambini, in quanto ad oggi non esiste alcun riscontro scientifico per questa credenza piuttosto diffusa. In particolare, la febbre non determina un aumento della secrezione degli ormoni che promuovono la crescita, ma anzi, alcune sostanze prodotte durante la febbre (note come “interleuchine”), aumentate anche in altre patologie, inibiscono la crescita. La possibile spiegazione a questa sensazione di crescita può essere principalmente legata al fatto che quando i bambini sono malati tendono a restare più a lungo a letto e questa posizione provoca una distensione di muscoli, articolazioni e colonna vertebrale, dando la percezione di una statura maggiore dopo il periodo di malattia.

    Credit: Luisa De Sanctis, Professoressa di Pediatria, Università degli Studi di Torino

    Ho il COVID, devo interrompere l’allattamento

    LA VERITA': In effetti si tratta di una preoccupazione comprensibile, diffusasi durante la recente pandemia da Sars-Cov-2, non solo in Italia ma a livello globale. Si pensi che, in alcuni paesi, quale la Cina, veniva sistematicamente consigliato l’allattamento artificiale in caso di positività materna. Sappiamo oggi da numerosi studi scientifici (fra i primi quello dell’Università degli Studi di Torino) che allattare al seno il proprio bambino è raccomandato anche in caso di positività al COVID, preservando così tutti i grandi benefici per la mamma e per il neonato. I rari casi di contagio di neonati e/o lattanti si sono verificati non con il latte, ricco peraltro di fattori anti-infettivi, ma per via aerea o per contatto diretto. Risulta pertanto importante, come raccomandato dall’OMS, seguire, proseguendo l’allattamento, alcune semplici norme igieniche ormai note: lavaggio delle mani, uso di mascherina, accurata pulizia e disinfezione dell’ambiente, degli arredi e degli oggetti di uso comune.

     Credit: Enrico Bertino, Professore di Pediatria e Direttore di Neonatologia, Università degli Studi di Torino

    LE PIU' DI NICCHIA
    La bassa statura è principalmente legata al difetto dell’ormone della crescita

    LA VERITA': La maggioranza dei bambini di bassa statura non ha particolari problemi medici ma è in linea con l’altezza dei genitori o familiari (“bassa statura familiare”) o cresce più lentamente e si sviluppa più tardivamente arrivando però ad una statura normale (“ritardo costituzionale di crescita”). D’altra parte, una riduzione della crescita può essere la spia dell’esordio o del peggioramento di una patologia acuta o cronica che determina un aumentato fabbisogno energetico o un malassorbimento di nutrienti. Davanti ad un bambino con bassa statura è quindi importante escludere patologie legate ad alterazioni dell’assorbimento, cardiache, renali, epatiche, tiroidee, reumatologiche, psico-sociali, oltre che l’assunzione di farmaci che interferiscano con la crescita (cortisonici), prima di indagare i livelli dell’ormone della crescita, causa più rara di bassa statura.


    Credit: Luisa De Sanctis, Professoressa di Pediatria, Università degli Studi di Torino

    Mio figlio soffre di reflusso gastroesofageo: ci sono molti farmaci che possono aiutarlo

    LA VERITA': Bisogna anzitutto distinguere due termini: reflusso gastro esofageo e malattia da reflusso gastro esofageo. Con il termine reflusso gastro esofageo si intende la risalita del contenuto gastrico in esofago, con o senza rigurgito e/o vomito. Il reflusso è molto comune nei bambini e nel 70% dei casi si osserva nei primi mesi di vita; è un fenomeno del tutto fisiologico dovuto all’immaturità della valvola tra stomaco ed esofago. Solitamente il reflusso, anche se frequente, non si accompagna a particolari problemi e quindi non richiede trattamenti, se non il frazionamento dei pasti, evitando la loro assunzione in modo vorace, eventualmente il loro ispessimento. Con la crescita e la susseguente assunzione di cibi solidi, oltre che con l’acquisizione della posizione seduta, i rigurgiti progressivamente diminuiranno fino alla completa scomparsa. Può essere utile anche sollevare il materassino di circa 30° rispetto al piano orizzontale, avendo cura che il piccolo non scivoli verso il basso.

    Diversa è la malattia da reflusso gastro esofageo, condizione in cui la risalita del contenuto gastrico comporta l’insorgenza di sintomi e complicanze, quali rallentamento della crescita, difficoltà di deglutizione, rifiuto del cibo, disturbi respiratori con tosse notturna, Irritabilità.

    Solo in questi casi può essere utile un approfondimento diagnostico con la cosiddetta pH Impedenziometria, un esame poco invasivo che si effettua introducendo un sondino che controlla e registra l’entità e l’acidità del reflusso nell’arco delle 24 ore. Va precisato che i farmaci devono essere usati esclusivamente nei bambini con le forme più gravi di malattia da reflusso gastroesofageo. I farmaci che vengono utilizzati, sotto stretto controllo medico, sono prodotti che inibiscono la produzione di acido nello stomaco, quali i cosiddetti inibitori della pompa protonica, utili soprattutto per trattare l’esofagite acida causata dal reflusso.


    Credit: Enrico Bertino, Professore di Pediatria e Direttore di Neonatologia, Università degli Studi di Torino

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