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    TUMORI

    LA PIU’ DIFFUSA

    I traumi o sanguinamento sono fattore di rischio per la trasformazione dei nevi in tumore.

    LA VERITA': Il trauma su un nevo con conseguente possibile sanguinamento non è associato a un maggior rischio di trasformazione in melanoma che è invece collegata alle caratteristiche del nevo stesso (indicativamente, è maggiore per nevi piani rispetto a lesioni rilevate), al fenotipo cutaneo della persona e alle modalità di esposizione solare. Si riteneva un tempo che i traumi inducessero la trasformazione tumorale in quanto la diagnosi di tumore veniva posta su lesioni rilevate avanzate che richiamavano l’attenzione del paziente quando a seguito di un trauma sanguinavano.


    Credit: Pietro Quaglino, Professore di Dermatologia, Università degli Studi di Torino 


    LA PIU’ INVEROSIMILE

    Sotto l’ombrellone o in una giornata nuvolosa non c’è rischio di scottature solari.

    LA VERITA': L’esposizione ai raggi UV dipende da molteplici condizioni, tra cui la stagione, l’ora del giorno, la latitudine e la localizzazione geografica. Anche se, chiaramente, sotto l’ombrellone si è più riparati, più del 50% dei raggi solari penetrano attraverso la struttura dell’ombrellone e quindi raggiungono la nostra pelle. Ancor di più, in una giornata nuvolosa, la nostra pelle è esposta al 80-90% delle radiazioni UV totali. Quindi, è necessario seguire le precauzioni adeguate anche in tali situazioni e utilizzare le creme di protezione solare anche in una giornata nuvolosa.


    Credit: Pietro Quaglino, Professore di Dermatologia, Università degli Studi di Torino 


    LA PIU’ DI NICCHIA

    La crema di protezione solare deve essere applicata esclusivamente sui nei.

    LA VERITA': Il melanoma può insorgere come evoluzione di un nevo pre-esistente nel 20-50% dei casi, mentre nei restanti casi si sviluppa su cute non interessata da un nevo a partire dai melanociti presenti in tutta l’epidermide. Pertanto, la crema di protezione solare deve essere applicata in maniera adeguata su tutta la superficie cutanea e non esclusivamente sui nevi ritenuti più pericolosi.


    Credit: Pietro Quaglino, Professore di Dermatologia, Università degli Studi di Torino 


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